La grandiosa opera di Thomas Hanbury, di suo fratello Daniel, di Winter e di tutti i curatori del giardino della Mortola, non nacque né si sviluppò dal nulla.
Già da tempo le Riviere liguri e la Costa Azzurra erano meta di viaggiatori anglossassoni che, stregati dalla bellezza dei luoghi e dalla mitezza del clima spesso comprarono o edificarono proprietà per trascorrervi il tempo non occupato dalle attività lavorative in patria o, addirittura, prendervi stabile dimora. Solo per dare un'idea del flusso di viaggiatori che dal Regno Unito si muovevano verso la Riviera di Ponente, basti pensare che, sul finire dell'Ottocento, gli inglesi a Bordighera erano circa tremila, mentre la popolazione locale superava di poco i duemila abitanti. Gli inglesi sono dei veri esploratori della Liguria ottocentesca: grazie a loro divengono famose le terme di Pigna, nascono musei, biblioteche, giornali in lingua anglosassone. Non stupiscono allora il castello Brown di Portofino, l'innamoramento del poesta Shelley per Portovenere, dove troverà la morte e scriverà alcune delle sue pagine più belle...
È curioso che tale viavai sia stato cusato soprattutto dalla pubblicazione di un romanzo, "Il dottor Antonio" di Giacomo Ruffini, che, pubblicato nel 1855 a Edimburgo, descrive una tenera storia d'amore tra Lucy, nobile inglese, e il medico locale che la prende in cura per un incidente e che ha come ambientazione il paesaggio della Riviera del tempo.
Il capolavoro di Thomas non trova però radici solo in questo movimento "turistico" che dalle isole anglosassoni arrivava alle sponde dal Mediterraneo. Se lo spunto per intraprenderlo fu, come si è detto, un viaggio che aveva come causa un periodo di malferma salute, in realtà il progetto di creare un giardino di acclimatazione covava già da tempo nei pensieri dei due fratelli Hanbury. Non solo. Era condiviso da molti appassionati nobiluomini che, nelle condizioni climatiche delle coste mediterranee francesi e liguri, trovarono il meglio per poter finalmente realizzare quanto in patria non era concesso loro di fare, se non in maniera estremamente limitata. Forse non è un caso che il personaggio più eminente, della comunità inglese a Bordighera fosse Clarence Bicknell noto, fra le altre sue attività, per quella di botanico.
La conoscenza di nuove specie botaniche esotiche aveva portato gli inglesi a desiderare di coltivarle nei loro giardini. Era nato così il "sub tropical moviment" che, nella seconda metà dell'ottocento, aveva favorito in Inghilterra i tentativi degli amanti delle piante tropicali e subtropicali di individuare tecniche di propagazione e coltivazione che permettessero di farle sopravvivere al clima poco favorevole, pur nei giardini all'aperto. Thomas conosceva, ad esempio, il giardino di Augustus Smith nelle Isole Scilly. Smith, uno degli esperti più autorevoli del tempo, era riuscito a creare una meraviglia botanica ricca di specie africane, australiane e americane.
Thomas e Daniel, ancor prima di imbattersi nella proprietà della Mortola erano in contatto con Robert Fortune, che esportò numerose piante esotiche dalla Cina, e con James Veitch, titolare della società James Veitch & Son che fu, tra l'altro, l'organismo che diede maggior impulso allo studio e alla diffusione delle orchidee.
In Costa Azzurra, Bennet fu uno dei primi a creare un giardino d'acclimatazione che quindi divenne ben presto famoso: l'Oriental Garden di Grimaldi, vicino a Mentone. Thomas e Daniel lo visitarono nel 1871. Alcuni elementi del giardino di Bennet, si ritrovano anche alla Mortola: la pergola, la strada romana (che Thomas, come Bennet, ripristinerà nel tratto di attraversamento della proprietà), la torre d'avvistamento, così come il mantenimento delle caratteristiche tradizionali del paesaggio.
Un rapporto particolare e costante si instaurò poi tra i proprietari e i curatori della Mortola con il diplomatico Gustave Thuret che creò ad Antibes uno dei maggiori giardini d'acclimatazione europei. Oltre a riunire piante provenienti da numerosissimi paesi esotici, la proprietà di Thuret si distingueva per l'attenzione dedicata anche all'aspetto estetico.
Altri giardini di cui Thomas ebbe conoscenza furono poi quello del duca Vallombrosa a Cannes e, ancor più il giardino Boccanegra di Ellen Willmott, esperta botanica, vicino alla Mortola. Con lei vi furono molti scambi sulle tecniche di coltivazione così come con Nabonnand, il vivaista più famoso della regione, di cui era noto il giardino di Golf-Juan.